La city car elettrica di Fiat

 

Nell’ultimo periodo, soprattutto nei grandi centri urbani, stiamo assistendo ad un modesto sviluppo della mobilita’ elettrica. Ad ogni modo, almeno per il momento, Fiat ha deciso di rimanere fuori dai giochi, non presentando nessuna vettura a trazione completamente elettrica. A dirla tutta, comunque, il costruttore del Lingotto presento’ una vettura del genere in tempi non sospetti.

Ne 1972, la casa italiana mostro’ al Salone di Torino la sua X1/23 Concept, nientemeno

che un esercizio di stile che andava ad anticipare una city car ultra compatta a 2 posti. Tutto questo, in tempi in cui i progettisti della prima generazione della Smart ForTwo erano poco piu’ che adolescenti. Ad ogni modo, la prima grande mancanza della X1/23 Concept era il motore: infatti, il prototipo non si poteva muovere, essendo nato come un esercizio di stile fine a se stesso.

Tuttavia, nel 1976 arrivo’ qualcosa che davvero nessuno si aspettava e che – almeno fino a quel momento – non si era visto all’interno del panorama automobilistico: anche se molti la credevano caduta nel dimenticatoio, la X1/23 fece il suo ritorno al Salone di Torino: tranne che per pochi dettagli, esteticamente era identica al prototipo visto 4 anni prima. La novita’, infatti, si nascondeva sotto la sua piccola carrozzeria.

La Fiat X1/23 del 1976, infatti, nascondeva un’architettura elettrica, dove un piccolo motore da 13.5 cv – il cui compito era quello di muovere le ruote anteriori – veniva alimentato da batterie al nichel-zinco installate al posteriore.

La velocita’ massima era di poco superiore ai 70 Km/h e questa piccola Fiat era in grado di percorrere fino a 50 Km con una carica delle sua batterie posteriori. Ad ogni modo, qui arriva la nota triste: quella che potrebbe essere definita come la prima city-car elettrica della storia fini’ definitivamente nel dimenticatoio, almeno fino ad oggi, dove noi di Motori-24 ci siamo ricordati di questo piccolo capolavoro ingegneristico italiano. Almeno in queste poche occasioni, smettiamola di piangersi addosso.