Da oggi comincia la collaborazione con il Registro Italiano Veicoli Storici (www.rivs.it, che ci ha inviato un articolo dedicato a uno dei modelli che hanno fatto la storia dell’automobilismo: la Bugatti “Type 57 SC Atlantic”.
Qual è l’auto più bella di
sempre? Chiedetelo a 100 appassionati. Probabilmente otterrete 100 risposte
diverse, se però dobbiamo rifarci al parere di molti specialisti la Bugatti
“Type 57SC Atlantic” è la macchina più bella mai realizzata. Come dar loro
torto vista la rara bellezza dei lineamenti e la sua eleganza. È una macchina
veloce (può raggiungere i 200
km orari), innovativa per via degli accorgimenti di
derivazione aeronautica apportati e - quasi - unica: al mondo attualmente
esistono solamente due esemplari sui quattro realizzati dalla Bugatti.
Jean Bugatti, figlio di Ettore,
patron della casa automobilistica francese, arrivò al progetto della “Type
57SC” partendo dal modello
base, la “Type
Dal modello “Type 57” si passò alla“Aérolithe”,
che manteneva il telaio standard e aveva una carrozzeria in Elektron, una lega
leggera realizzata dalla tedesca IG Farben composta da magnesio e alluminio che
però era di difficile saldatura e facilmente infiammabile.
Alla luce di questo problema,
Jean Bugatti decise di apportare nuove modifiche e che delinearono la “Type
57SC Atlantic” definitiva: innanzitutto, ribassò il telaio di 15 centimetri – da
qui la “S” di “Surbaissé”, ribassato – e poi disegnò un apposito radiatore a V.
Rispetto al modello base, non furono tolte le rivettature dorsali: nonostante
la carrozzeria in alluminio, con il conseguente abbandono dell’esperimento
Elektron, ne consentisse l’eliminazione. Bugatti decise infatti di mantenere
questo accorgimento perché la spina
dorsale che, definendo la silhouette dell’auto, tagliava in due il lunotto e il
parabrezza. Era diventata un tratto estetico distintivo.
Il capolavoro di Jean Bugatti
trovò subito grandi estimatori. Il primo fu il multimilionario Richard Pope,
che acquistò l’esemplare di telaio 57591 prima dello scoppio della seconda
guerra mondiale e che lo guidò per ventotto anni percorrendo 60 mila
chilometri, un’infinità considerati appunto i cinque anni di guerra e il valore
elevato della vettura. Questo modello, modificato appositamente per Pope dai
carrozzieri Bugatti, aveva un padiglione ad arco più alto rispetto al modello
base di 2,5
centimetri . Furono inoltre apportate
modifiche ai disegni e al modello in legno sul quale prendevano forma i
pannelli della carrozzeria alla quale vennero
applicati accorgimenti aeronautici quali le forme semiellittica, i finestrini
laterali e il profilo delle porte sul tetto della vettura, modificate in modo
tale da rendere l’accesso a bordo molto più facile. L’auto di Pope ritornò in
un secondo tempo in carrozzeria e in questa occasione le fu aggiunto il
compressore Roots, con la conseguente modifica dell’identificativa da “57S” a
“57SC” e un aumento della potenza che saliva
a circa 200 Cv.
Come spesso accade per vetture
così particolari, alla minuziosa attenzione per le prestazioni e la
meravigliosa estetica della vettura facevano da
contraltare problemi legati al comfort e alla guidabilità. Solo per fare alcuni
esempi: oltre i 60
chilometri orari il motore cominciava a fare un rumore
fastidioso e che non permetteva il dialogo tra il conducente e il passeggero a
bordo, situazione destinata a peggiorare in caso di innesto del compressore.
Inoltre, la visibilità laterale e posteriore risultava abbastanza limitata.
Infine il peso della carrozzeria gravava sul retrotreno.
Tutto ciò non ha però intaccato
la fama e il mito di questa vettura magica che ha trovato e trova tuttora
estimatori d’altissimo rango come Ralph Lauren, il famoso stilista francese che
aggiunse questo modello introvabile alla sua collezione nel 1988. La Bugatti
“Type 57SC Atlantic” può essere ritenuta a tutti gli effetti la prima supercar
realizzata.
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