Luci a giorno. Giornalisti
affrettati. Curiosi sognanti. Sorrisi brillanti, fondischiena da urlo. E
ovviamente loro. Le protagoniste. Automobili. Automobili ovunque. City-car,
concept, roadster, supercar, suv, berline, cabrio. Tutto. Per i bambini, il
paese dei sogni è Disneyland. Per noi oggi i balocchi sono qua, a Ginevra.
Lo sguardo non sa dove
concentrarsi. Bisogna compatirlo, abituato
com'è a
infinite sfilate di economiche utilitarie, spesso mestamente
incidentate. Qua una Aston Martin. Lì una Koenigsegg. Più avanti una McLaren e,
subito attaccata, la distesa delle Porsche. Tutti miti, tutti tirati a lucido
nel garage dei sogni su Gran Turismo.
Ma questa è la realtà e la si
tocca con mano.
Ci sorprendiamo infatti a
esaltare l'infinita cura dei dettagli in una versione ad personam della
Lamborghini Aventador, col particolare della struttura della molecola di
carbonio ripetuto svariate volte lungo tutta la scocca. O a sottolineare come,
su vetture come la Pagani Huayra, leggerezza e potenza si possano fondere dando
vita ad un esemplare capace di esaltare sia l'una che l'altra caratteristica.
O, ancora, sulla neonata Renegade, come l'italiana Fiat possa tranquillamente
coesistere con la statunitense Jeep, creando una piccola che saprà esaltare lo
stile tipicamente italiano e la forza a stelle e strisce.
La passione che si respira è
palpabile e non stupisce notare personalità come Ron Dennis o Stephan
Winkelmann parlottare con una schiera di giornalisti. Passione che, di anno in
anno, sembra incontrare sempre di più il gusto del mondo arabo, con
corrispondenti e ipotetici clienti pronti a invadere le più rinomate
postazioni, a partire da quella proposta dalla regale Rolls-Royce.
In un clima così informale è però
alto il rischio di perdersi qualcosa, con la conseguente sensazione di lasciare
il Salone con un forte sapore agrodolce in bocca.
La troppa foga nell'assaporare
ogni singolo particolare porta a soffermarsi più del dovuto sulle finezze della
nuova Alfa 4C Spider o sulla sempreverde Maserati Quattroporte, avvicinando
pericolosamente le lancette dell'orologio al triste momento dell'addio.
Mentre diamo il benvenuto alla
futuristica Citroen C4 Cactus, ci accorgiamo che son passate quasi sette ore
dal nostro arrivo al Salone. Ginevra, tornare l'anno prossimo
è d'obbligo.
Davide Brugali
Davide Brugali
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