Bugatti “Type 57SC Atlantic”: un esempio di rara bellezza

Da oggi comincia la collaborazione con il Registro Italiano Veicoli Storici (www.rivs.it, che ci ha inviato un articolo dedicato a uno dei modelli che hanno fatto la storia dell’automobilismo: la Bugatti “Type 57 SC Atlantic”.


 

Qual è l’auto più bella di sempre? Chiedetelo a 100 appassionati. Probabilmente otterrete 100 risposte diverse, se però dobbiamo rifarci al parere di molti specialisti la Bugatti “Type 57SC Atlantic” è la macchina più bella mai realizzata. Come dar loro torto vista la rara bellezza dei lineamenti e la sua eleganza. È una macchina veloce (può raggiungere i 200 km orari), innovativa per via degli accorgimenti di derivazione aeronautica apportati e – quasi – unica: al mondo attualmente esistono solamente due esemplari sui quattro realizzati dalla Bugatti.

 

Jean Bugatti, figlio di Ettore, patron della casa automobilistica francese, arrivò al progetto della “Type 57SC” partendo dal modello

base, la “Type 57”, prodotta a partire dal 1934, e passando per il prototipo “Aérolithe” progettato per il Salone di Parigi del 1935. Il primo modello della casa francese ottenne un clamoroso successo commerciale: furono venduti 700 esemplari in 5 varianti di carrozzeria (berlina, coupé, roadster, cabriolet e da corsa), con i carrozzieri che adattavano il modello in base alle richieste dei clienti, costruendone a 2 o a 4 posti. Ma Jean Bugatti decise di rendere il modello ancor più lussuoso.

Dal modello “Type 57” si passò alla“Aérolithe”, che manteneva il telaio standard e aveva una carrozzeria in Elektron, una lega leggera realizzata dalla tedesca IG Farben composta da magnesio e alluminio che però era di difficile saldatura e facilmente infiammabile.

Alla luce di questo problema, Jean Bugatti decise di apportare nuove modifiche e che delinearono la “Type 57SC Atlantic” definitiva: innanzitutto, ribassò il telaio di 15 centimetri – da qui la “S” di “Surbaissé”, ribassato – e poi disegnò un apposito radiatore a V. Rispetto al modello base, non furono tolte le rivettature dorsali: nonostante la carrozzeria in alluminio, con il conseguente abbandono dell’esperimento Elektron, ne consentisse l’eliminazione. Bugatti decise infatti di mantenere questo accorgimento perché  la spina dorsale che, definendo la silhouette dell’auto, tagliava in due il lunotto e il parabrezza. Era diventata un tratto estetico distintivo.

Il capolavoro di Jean Bugatti trovò subito grandi estimatori. Il primo fu il multimilionario Richard Pope, che acquistò l’esemplare di telaio 57591 prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e che lo guidò per ventotto anni percorrendo 60 mila chilometri, un’infinità considerati appunto i cinque anni di guerra e il valore elevato della vettura. Questo modello, modificato appositamente per Pope dai carrozzieri Bugatti, aveva un padiglione ad arco più alto rispetto al modello base di 2,5 centimetri. Furono inoltre apportate modifiche ai disegni e al modello in legno sul quale prendevano forma i pannelli della carrozzeria alla quale vennero applicati accorgimenti aeronautici quali le forme semiellittica, i finestrini laterali e il profilo delle porte sul tetto della vettura, modificate in modo tale da rendere l’accesso a bordo molto più facile. L’auto di Pope ritornò in un secondo tempo in carrozzeria e in questa occasione le fu aggiunto il compressore Roots, con la conseguente modifica dell’identificativa da “57S” a “57SC” e un aumento della potenza  che saliva a circa 200 Cv.

Come spesso accade per vetture così particolari, alla minuziosa attenzione per le prestazioni e la meravigliosa estetica della vettura facevano da contraltare problemi legati al comfort e alla guidabilità. Solo per fare alcuni esempi: oltre i 60 chilometri orari il motore cominciava a fare un rumore fastidioso e che non permetteva il dialogo tra il conducente e il passeggero a bordo, situazione destinata a peggiorare in caso di innesto del compressore. Inoltre, la visibilità laterale e posteriore risultava abbastanza limitata. Infine il peso della carrozzeria gravava sul retrotreno.

Tutto ciò non ha però intaccato la fama e il mito di questa vettura magica che ha trovato e trova tuttora estimatori d’altissimo rango come Ralph Lauren, il famoso stilista francese che aggiunse questo modello introvabile alla sua collezione nel 1988. La Bugatti “Type 57SC Atlantic” può essere ritenuta a tutti gli effetti la prima supercar realizzata.