Alfa Romeo: vendere o salvare

 

Il piano quinquiennale annunciato da Marchionne a Detroit nel 2014 prevedeva il lancio di 8 nuove Alfa Romeo entro la fine del 2018. In realta’, i nuovi modelli sono stati solo 2: Giulia e Stelvio. Potranno anche essere le migliori auto al mondo, ma da sole non sono di certo in grado di rilanciare con numeri e con sostanza il brand del biscione.

Lo dico con estremo dispiacere: il rilancio di Alfa Romeo non ha funzionato, e’ inutile nasconderlo. I dati di vendita degli scorsi 3 mesi parlano chiaro. Nei Paesi dell’Eurozona, Alfa Romeo ha registrato un -48,6% a novembre, un -43,6% a ottobre ed un -60,5% a settembre. Negli 11 mesi sono state vendute 75.000 Alfa in Europa, polvere in confronto ai numeri fatti registrare da quelli che dovrebbero essere i suoi concorrenti: 772mila Mercedes, 717mila Bmw e 658mila Audi.

Del resto con il listino attuale si puo’ far poco: la MiTo e’ uscita di produzione quest’anno, la Giulietta e’ in gamma dal 2010 e Giulia e Stelvio, anche a causa di una disponibilita’ di versioni limitata rispetto alla concorrenza, fanno quello che possono. La 4C, seppur bellissima, non possiamo nemmeno prenderla in considerazione. Cosa serve quindi ad Alfa Romeo per tornare grande? Ma soprattutto quante volte ci siamo gia’ fatti questa domanda?

Ad ogni modo, la risposta resta sempre quella: pesanti – e corraggiosi – investimenti, che non siamo sicuri il gruppo FCA possa sostenere. Del resto, spartire i dividendi tra gli azionisti non appena possibile non e’ la scelta migliore da fare in questi casi. (dei 6 miliardi di Euro incassati dalla cessione di Magneti Marelli, 2 si sono trasformati in dividenti straordinari, in tutti i sensi). 

Dagli appassionati una sola richiesta: salvare investendo o vendere.