La Marussia F1 va all’asta: il simbolo del declino

 

Il team Marussia non è nemmeno riuscito a terminare la stagione. Caterham ha dovuto ricorrere ad una raccolta fondi per presentarsi in griglia ad Abu Dhabi. Team storici come Sauber versano in una grave crisi finanziaria. Ecco il simbolo del declino del mondo della Formula Uno. Quali sono le cause? Tante e diverse tra loro. La prima, sicuramente, è legata ad Ecclestone, un manager troppo anziano che resta indifferente a questi cambiamenti.

Infatti, a dimostrazione di ciò basta far riferimento alla sua proposta di schierare una

terza monoposto sulla griglia di partenza per ovviare alla mancanza di vetture e di team. A tutto ciò, aggiungiamoci uno spettacolo ridotto a zero, circuiti sempre più vuoti, prezzi dei biglietti alle stelle e corse del campionato che fanno tappa in paesi inimmaginabili anche solo una decina di anni fa, spinti dal guadano facile e non dalla passione. Non vorrei fare troppo il tragico, ma penso proprio che il mondo della Formula Uno non abbia mai toccato un momento più basso di questo.

Una delle tante conseguenze di questo tipo di gestione è quindi il fallimento della Marussia, la quale – lo ricordiamo – prima di debuttare in Formula Uno era una casa automobilistica. 200 persone ora sono senza lavoro e nelle prossime settimane la CA Global Partners tenterà di vendere tutta l’apparecchiatura dell’ex squadra di Formula Uno: andranno all’asta camion, equipaggiamenti, attrezzi ed anche le stesse monoposto, ma senza motore, dato che quest’ultimo è tornato alla Ferrari. La casa di Maranello, infatti, aveva un accordo con Marussia per la fornitura dei propulsori. Sveglia signor Ecclestone!