Nuova Alfa Romeo Giulia, Marchionne e il pick-up con Mitsubishi

Ogni volta che Sergio Marchionne apre bocca potrei scrivere un articolo. Un po’ per la sua verve, un po’ per l’importanza dei brand che gestisce, ogni dichiarazione del numero uno del gruppo Fiat-Chrysler è sempre al centro della cronaca automobilistica. L’ultimo caso? Il suo intervento in occasione di un convegno economico svoltosi qualche giorno fa a Trento alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ma partiamo da qualcosa di cui al convegno proprio
non si è parlato: il pick-up Fiat. Stando a quanto riportato da “Automotive News”, Marchionne avrebbe avviato delle trattative con Mitsubishi allo scopo di realizzare una versione Fiat del celebre pick-up L200. Per adesso, il costruttore del Lingotto ha scelto di tenere le bocche cucite, anche se sappiamo che la possibilità non è così fantascientifica: infatti, lo stesso Marchionne ha affermato a più riprese che il settore dei veicoli commerciali è uno dei pochi in grado di offrire un ottimo ritorno economico.

Ma com’era prevedibile, al centro delle domande dei giornalisti c’erano solamente due parole: Alfa e Romeo. Come abbiamo visto nel nuovo piano industriale 2014-2018, la casa del biscione è quella più ricca di aspettative (e di appassionati) e il primo modello realizzato sulla nuova piattaforma a trazione posteriore chiamata Giorgio arriverà dopo l’estate 2015.

Il modello in questione sarà l’importante berlina Giulia, sulla quale Marchionne ha scelto di restare molto sintetico: dopo aver visionato qualche giorno fa il progetto, il manager italo-canadese che “siamo sulla buona strada”. Anche se queste parole ci fanno tirare un sospiro di sollievo, speriamo solo che non siano in programma ulteriori ritardi. In più, il numero uno di FCA ha ribadito che tutte le Alfa Romeo saranno prodotte in Italia “almeno fino al 2018”.

Marchionne non vuole portare la produzione fuori dall’Italia, ma semplicemente spera che gli affari per le prossime Alfa Romeo vadano molto bene, tanto da rendere necessaria anche l’individuazione di altre sedi produttive. E’ chiaro, quindi, che le aspettative nei confronti del mercato nord americano sono alte: specialmente negli Stati Uniti, ancora oggi la casa di Arese conserva la nomea che si meriterebbe anche alle nostre latitudini.

Al termine del suo intervento, Sergio Marchionne ha rivolto alcune frasi anche al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, seduto in platea. Il manager italo-canadese ha detto di non volere “finanziamenti, ma misure di sostegno alle esportazioni, con la logistica, la normativa (…). Riusciranno i nostri amici politici a superare ad apportare migliorie anche in questo campo?